Fratelli di Sangue
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“Fratelli di Sangue” racconta, in modo paradossale, l’egoismo che pervade l’essere umano, tanto più che a manifestarlo sono tre fratelli, protagonisti dello spettacolo. Una gita fuori porta, qualche notte in campeggio in tenda, immersi nella natura, diventa l’occasione per tirare fuori, ognuno, le proprie ciniche ed egoistiche necessità. E così capita che in questa commedia si incontrino più generi e che si confondano creando strane alchimie.
I personaggi sconfinano nel grottesco ed il dramma della quotidianità è un’ombra che accompagna l’umorismo del testo teatrale.
Tre fratelli, tre personalità diverse, uniti solo dal vincolo di sangue. Umberto, apparentemente più scaltro e fortunato, vittima della sua furbizia e della sua avidità. Carnefice solo di se stesso e delle sue fragilità.
Giacomo, solare, tondo, subisce la vita senza affrontarla, sa distinguere ciò che è giusto, conosce la ricetta per vivere meglio, ma non ha le capacità e la forza di cambiare l’inerzia della sua vita: come subisce gli eventi della vita così passivamente subisce quelli della commedia. Saprà ribellarsi, ritrovare uno scatto di orgoglio? Sarà paura delle conseguenze o semplice timore di una vita diversa?
Federico rappresenta la fragilità. Ma, rappresenta anche la felicità nella fragilità. E, per inseguire quella fragile felicità, è pronto a pagarne tutte le conseguenze.
Il commissario è una maschera che potrebbe appartenere alla commedia dell’arte e rappresenta lo specchio nel quale tutti i personaggi dovranno riflettere ed infrangersi. Infine, Mafalda, l’alter ego dei personaggi… ma forse stiamo raccontando troppo, silenzio…il sipario si alza.